Bioregolatori peptidici potrebbero essere considerati una panacea?

Bioregolatori peptidici potrebbero essere considerati una panacea?

Alle domande del nostro corrispondente risponde il Vice-Presidente del "Centro della Scienza e Produzione per la Rivitalizzazione e la Salute" David Gorgiladze, PhD, medico-geriatra, urologo, farmacologo, scienziato senior presso il laboratorio di patologia clinica dell’Istituto di Bioregolazione e Gerontologia di San Pietroburgo.

Dott. David Gorgiladze

Perché oggi siamo così interessati di bioregolatori peptidici? Potrebbero essere considerati una panacea?

La medicina classica ha imposto da decenni dei preparati che, nella maggior parte dei casi, cancellano i sintomi e non la causa della malattia. Dalle pagine dei giornali e dagli schermi della televisione, si evince sempre più che il problema dell’invecchiamento della popolazione non sarà risolto in un futuro immediato. Un aiuto importante ci viene fornito dagli antiossidanti, i successi della nanomedicina e i bioregolatori peptidici. Il professore Vladimir Khavinson, sviluppatore dei bioregolatori peptidici a capo dello staff di scienziati che si occupano di questo studio, fornisce una spiegazione chiara e semplice sul delicato meccanismo dei peptidi, sul loro potenziale e sull’effetto forte e duraturo che si riscontra nell’organismo. Anni di studi clinici hanno dimostrato che i peptidi ripristinano il funzionamento degli organi e aumentano l'aspettativa di vita del 33% circa. Inoltre, riducono il numero di mutazioni e inibiscono la crescita dei tumori maligni, prevenendo efficacemente il cancro. Ad oggi, nell’ambiente scientifico, ci sono grandi aspettative rivolte a questo studio. Esiste una quantità enorme di peptidi, sia naturali sia sintetici e anche specifici usati soltanto in cosmetologia. Accanto alla parola "peptide" troviamo termini come “ringiovanimento”, “rivitalizzazione”, ecc.

Oggi queste tecnologie sono molto popolari perché sono efficaci. I prodotti peptidici sono una panacea? Beh, forse no. Sulla loro natura c’è ancora molto da studiare e da comprendere, ma ogni anno si scoprono nuove potenzialità.

Uno studio recente ha illustrato le loro proprietà antibatteriche. Dal momento che è stato riscontrato un impatto diretto sulle terapie bioregolative e sui problemi motori e muscolari, gli esperti cercano metodi non invasivi per aver cura del proprio organismo.

 

Per favore, mi può raccontare quali sono i meccanismi di azione dei peptidi sul nostro corpo?

 

Nel caso dei peptidi, (Istituto di Bioregolamentazione e Gerontologia di San Pietroburgo), parliamo di fattori trascrizionali, vale a dire molecole di lancio che agiscono sui programmi registrati nelle nostre cellule. Quando la proteina termina la sua funzione in una cellula, essa deve essere ristrutturata o, detto diversamente, frammentata in peptidi. Una parte di loro sono le molecole di lancio. È molto difficile da capire, ma in realtà tutto è abbastanza semplice. Quando assumiamo i preparati peptidici, il materiale genetico riprende vita, le cellule si riparano riattivando la sintesi proteica. E in definitiva, quando queste proteine si riciclano, i peptidi che interagiscono con il DNA si formano di nuovo. Detto semplicemente, possiamo non utilizzare il prodotto peptidico in sé, poiché la cellula continua a funzionare per inerzia, sintetizzando le proteine e formando i peptidi per un tempo abbastanza lungo.

 

A chi consiglia di prendere i bioregolatori peptidici?

 

Come direbbe il professor Khavinson, i prodotti peptidici sono molto indicati per persone che hanno una visione normale di ciò che ognuno di noi può aspettarsi con l'età. Per rimanere attivo ed energico, è necessario occuparsi della propria salute in maniera tempestiva e sistematica. Esiste un mix di peptidi che possono aiutare a perfezionare il lavoro di tutti gli organi e i sistemi del corpo.

Quando questo accade sistematicamente, nelle cellule si accumulano meno errori. L’età media all’interno del ciclo della vita è di 40 anni, dopodiché l’organismo subirà cambiamenti ogni cinque anni quindi bisogna agire e impegnarsi nella cura del proprio corpo. Semplicemente da 35 o 40 anni di età ha senso utilizzare i peptidi più volte l'anno, se non l'intero spettro di almeno 5-6 preparati essenziali. I 45 anni sono un'età critica: il corpo si sta preparando al "pensionamento" o, come si dice, all’autunno biologico. È questo il periodo che richiede il massimo "investimento" sull'organismo. Se questo non viene fatto a 40-45 anni, nel futuro bisognerà impegnarsi di più in questo senso. Questo non significa che sia troppo tardi per fare qualcosa a 50, 60, 70 anni. Semplicemente negli anni a venire ci si dovrà impegnare il più possibile per la propria salute e sarà richiesta una maggior quantità di energia e di forza. E’ consigliato prepararsi per la vecchiaia in anticipo in modo che l'effetto sia più tangibile e a lungo termine. Propongo sempre l'analogia di una macchina. Ci sono persone che abusano delle proprie risorse ed intervengono nel momento in cui si presenta una difficoltà. Questo è folle perché ogni problema, non preso in tempo, porterà ad un susseguirsi di conseguenze spiacevoli o pericolose. Ogni cosa richiede cura e amore, e se questo avviene ci si assicura una felicità sana e duratura.

Con un organismo la situazione è simile ma molto più triste, perché tutto è vivo e non è possibile sostituirlo. La maggior parte dei problemi sono il risultato della nostra incompetenza che porta a una disfunzione generale del corpo, dove gli organi più deboli sono i primi a “cadere” sviluppando la patologia.

 

Anche le vitamine si consiglia di prenderle a periodi, ma per quanto riguarda i peptidi come ci si regola?

 

In ogni caso ci deve essere un uso sistematico dei peptidi per ottenere un effetto tangibile e stabile. Alcune persone ritengono che gli stessi prodotti possano essere utilizzati tutto l'anno, nessuno lo vieta. L'organismo, più precisamente le cellule, prendono dai peptidi esattamente ciò di cui hanno bisogno per sostenere il loro lavoro, tutto il resto sarà utilizzato come materiale di costruzione. Quindi stiamo dicendo che i peptidi non hanno un sovradosaggio né creano alcun effetto di dipendenza. Tempo fa è stata somministrata ad animali da laboratorio una dose di peptidi che superava la norma di diverse centinaia di volte, ma i risultati hanno dimostrato che non vi erano situazioni critiche a questo proposito. Tuttavia, il senso comune e il rispetto delle raccomandazioni non sono stati modificati. Non è un caso che ogni pacchetto riporti: “una o due capsule una o due volte al giorno”.

A tal proposito, i peptidi non hanno limiti di tempo come la maggior parte dei preparati. Non hanno un periodo di emivita. Vi consiglio di prendere tutti i peptidi per comodità al mattino. L'uso serale di alcuni bioregolatori peptidici è sconsigliato a causa della natura fisiologica dei sistemi nervoso e cardiovascolare. Ancora una volta richiamo la vostra attenzione sull’importanza della dose giornaliera suggerita, della quale si può non tenere conto se la situazione lo richiede. Ma è sempre meglio consultare un medico. Per quanto riguarda il sistema immunitario, per esempio, all’insorgenza della patologia si possono utilizzare i prodotti la sera stessa. Il dosaggio è di 5/6 capsule da assumere la sera e, nuovamente, durante la notte poiché il sistema immunitario ha un raggio di azione che va dalle 4.00 alle 5.00 del mattino, ore nelle quali agiamo sulla malattia o quest’ultima avrà il sopravvento. Pertanto raccomandiamo il massimo uso del trattamento sul sistema immunitario durante questo periodo di transizione. Per tutte le altre situazioni è meglio discuterne con gli specialisti.

Bioregolatori peptidici

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